Telbivudina nel trattamento dell'epatite cronica
La Telbivudina è un antivirale che agisce come inibitore della trascrittasi inversa del virus dell'epatite B, bloccando la sua replicazione.
La Telbivudina ha indicazione nel trattamento dell'epatite cronica B con epatopatia compensata, evidenza di replicazione virale, flogosi o fibrosi epatica.
Si sconsiglia l'utilizzo della Telbivudina, in presenza di una resistenza alla Lamivudina, per evitare una possibile resistenza crociata.
Posologia e modo di somministrazione - Nel trattamento dell'epatite cronica B la posologia da seguire è di 600 mg di Telbivudina, da somministrare, negli adulti, 1 volta al giorno. La terapia deve essere iniziata e seguita da uno specialista.
Effetti indesiderati - Gli effetti indesiderati che si possono verificare, frequentemente, nel corso di trattamento con Telbivudina sono: vertigini, cefalea, capogiri, tosse; a carico dell'apparato gastrointestinale possono insorgere dolore addominale, nausea, vomito.
Possono osservarsi, inoltre, alterazioni di alcuni parametri di laboratorio come: aumento dei livelli plasmatici di amilasi e lipasi, aumento della creatinfosfochinasi ematica e dell’alanina aminotransferasi ematica; possono manifestarsi rash cutaneo e sensazione di affaticamento.
Meno frequentemente possono verificarsi patologie a carico del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo come: artralgie, mialgie e miopatie.
Controindicazioni e avvertenze - Nel corso di trattamento con Telbivudina, è raccomandato effettuare controlli della funzionalità epatica, ad intervalli di 3 mesi, dei marcatori sierologici dell'epatite B e gli indici di moltiplicazione virale, ogni 3-6 mesi. In caso di peggioramento della funzionalità epatica, insorgenza di steatosi e di epatomegalia progressiva, è consigliabile sospendere la terapia, anche se questo può significare esacerbazione dell'epatite.
La funzionalità epatica deve essere, inoltre, controllata, ad intervalli regolari, per almeno 6 mesi dopo l'interruzione della terapia con Telbivudina.
In caso di insufficienza renale la posologia di Telbivudina deve essere ridotta.
E' inoltre necessario riferire allo specialista, durante il trattamento con Telbivudina l'insorgenza di debolezza muscolare e/o dolore.
Cautela deve essere prestata all'uso di Telbivudina nei pazienti anziani in considerazione della ridotta funzionalità renale.
L'uso di Telbivudina è controindicata nelle donne in gravidanza e durante il periodo dell'allattamento.
Interazioni - L'associazione tra Telbivudina, che viene eliminato principalmente a livello renale, e farmaci che influiscono sulla funzione renale, può comportare un aumento della concentrazione plasmatica di uno o entrambi i farmaci.
Inoltre la combinazione di Telbivudina e Peginterferone alfa-2a può aumentare il rischio di sviluppare neuropatia periferica.
Nomi commerciali - Telbivudina: Sebivo.
Fonte: Guida all’uso dei farmaci, V Edizione
Xagena2009 - Farmaci